Edilizia sostenibile e cemento zero … utopia della politica attuale ?
A Ponzano Veneto si continua a costruire, è sotto gli occhi di tutti: basta fare un giro nelle frazioni di Paderno e Ponzano in particolare, per accorgersi che sono in esecuzione piani di lottizzazione di portata anche notevole, che contrastano con il profilo “green” che la Giunta Bianchin si è data fin dall’inizio del suo mandato, con la pubblicazione delle Linee Programmatiche presentate in Consiglio Comunale quasi due anni fa.
L’edilizia sostenibile rimane un obiettivo ambizioso.
Se è vero che la maggior parte dei progetti in essere risale alla precedente Amministrazione ed ora non si può che dar loro seguito e che l’ultima Variante al Piano degli Interventi, peraltro non ancora definitivamente approvata, recepisce un certo incremento delle aree verdi e per lo più piccole modifiche sull’esistente, è lecito stimolare una riflessione sui futuri orientamenti della Giunta per il bene del nostro territorio.
Entrando in un caso specifico e per certi versi emblematico, di nuovo attuale in questi giorni sui quotidiani, alcuni cittadini si chiedono e ci chiedono che cosa accadrà dei terreni in via Morganella Ovest, in parte sede del contestato allevamento di tacchini da poco spostato altrove ed oggetto di un accordo di tipo “pubblico-privato” tra Comune e i due proprietari.
Questo accordo prevede l’edificabilità fino a 18.000 mc in cambio di un contributo perequativo di € 150.000 per le casse comunali, o in denaro “per finalità di pubblico interesse”, o nella forma di opere “pubbliche o di rilevante interesse pubblico”.
A questo punto è necessario chiedersi in cosa consista l’interesse pubblico che tante volte si menziona in un accordo che senza dubbio beneficerà i privati, ai quali ormai i Comuni sembrano costretti a demandare il finanziamento e la realizzazione di infrastrutture importanti che da soli non riuscirebbero ad assicurare, causa le ben note difficoltà e vincoli di Bilancio.
L’accordo, già passato in Consiglio Comunale nel 2013, sembra piuttosto vincolante e penalizzante per il Comune nel caso in cui questo decidesse di destinare ad altro uso l’area.
La questione importante diventa allora decidere quali opere di urbanizzazione (marciapiedi, illuminazione, parcheggi, piste ciclabili?) potranno meglio rispondere alle attuali necessità dei cittadini e se i 150.000 euro pattuiti saranno sufficienti allo scopo.
Se proprio si vuole andare a costruire altre case, speriamo che almeno se ne diminuirà il volume rispetto ai 18.000 massimi previsti ora, oppure si limiterà l’edificazione ai mc attuali, pari a 13.812.
Non dimentichiamo che l’area oggetto dell’accordo è classificata in parte come agricola e in parte “attrezzata per sport e gioco”.
E poi sarebbe bene dare la giusta attenzione alla valutazione dell’inquinamento ambientale del sito dopo anni di allevamento avicolo e alla conseguente, eventuale bonifica.
Questo, nell’interesse reale dell’ambiente e tenendo ben a mente che le opere che si vanno – per l’ennesima volta – a finanziare in questo modo debbono realmente servire alla comunità, tutelando così l’ interesse pubblico che abbiamo tutti a cuore.