Il Senato italiano si appresta a ratificare, il prossimo 25 luglio, il CETA, l’“Accordo Economico e Commerciale Globale” che in sostanza altro non è se non un trattato di libero scambio tra Canada e Unione Europea molto simile al famigerato TTIP. Gran parte del Pd, insieme a Forza Italia e ad altri gruppi parlamentari intende dare il via libera a tale accordo.
Ci preme ricordare che il CETA avrà un impatto molto negativo sulle produzioni alimentari di eccellenza italiane di cui il territorio trevigiano è assai ricco ed è stato già approvato in Parlamento Europeo anche grazie ai voti di gran parte degli europarlamentari del PD (ben 15, i “renziani”. Degli altri parlamentari del PD 6 non hanno partecipato al voto, 8 si sono opposti al CETA e uno si è astenuto. Qui nomi e cognomi: clicca qui). Il MoVimento 5 Stelle ha votato contro il CETA.
Ci ha pertanto sorpreso la posizione del sindaco della nostra città, Giovanni Manildo, renziano di ferro, che solo di recente si è accorto delle ricadute negative del CETA sul Trevigiano. Una scoperta a scoppio ritardato che ha portato il sindaco Manildo a inviare alcuni giorni fa una delegazione del Comune a partecipare a un sit in organizzato a Roma da Coldiretti. Nel sito del Comune di Treviso si specifica che «Non si tratta però di un’azione contro il nostro Governo ma di sostenere i nostri agricoltori in una battaglia assolutamente condivisibile». Il Comune ha partecipato a un sit in di protesta, ma specifica che non si tratta di protesta! Peraltro, al sit in hanno preso parte anche sindacati e mondo dell’associazionismo che si stanno battendo contro l’accordo: Cgil, Adusbef, Legambiente, Greenpeace, Slow Food, Coldiretti, e molti altri.
Non contento di questa iniziativa, Manildo ha scritto una lettera al Ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, e al governo, per chiedere una correzione dell’accordo prima della ratifica.
Pur riconoscendo la finalità puramente propagandistica dell’iniziativa, a meno di un anno dalle elezioni comunali, e non potendo fare a meno di sottolineare le tragicomiche contraddizioni, ci fa piacere che il sindaco Manildo si sia finalmente attivato per cercare di proteggere gli interessi dei nostri prodotti, delle nostre aziende e di conseguenza dei cittadini, ma gli vorremmo ricordare che il suo risveglio è piuttosto tardivo, visto e considerato che il MoVimento 5 Stelle si è battuto e si sta battendo sin dall’inizio, con tutte le sue forze, sia all’interno delle Istituzioni comunitarie che al Parlamento italiano, a differenza del PD e del governo, che stanno facendo di tutto per accelerare la ratifica. I rappresentanti M5S in Parlamento presenteranno delle pregiudiziali di costituzionalità contro la ratifica, poiché il sistema per la risoluzione delle dispute tra Stati e investitori comporterebbe una limitazione di sovranità, togliendo spazi di democrazia ai Parlamenti nazionali, sancendo di fatto uno squilibrio che favorirebbe le multinazionali.
Il CETA darebbe il via libera alle imitazioni canadesi dei nostri prodotti agroalimentari tipici e più apprezzati al mondo. Solo nella provincia di Treviso sarebbero a rischio, ad esempio, la Casatella, il Montasio, il radicchio variegato di Castelfranco, gli asparagi, i marroni e darebbe la possibilità di importare nel nostro paese, senza più vincoli e dazi, il grano duro trattato con dosi massicce di glifosato – attualmente vietato in Italia – o carni trattate con ormoni, abbassando di fatto gli standard qualitativi e mettendo a rischio la salute degli italiani.
A dispetto delle promesse di Renzi e Gentiloni, che hanno tentato di far passare il CETA senza coinvolgere il nostro Parlamento e hanno annunciato un facile approdo dei formaggi italiani in Canada, lo stesso Canada ha già annunciato l’intenzione di limitare fortemente l’ingresso nel proprio paese di formaggi europei. E questo ancor prima della ratifica del Senato italiano! Figuriamoci cosa accadrà una volta che il CETA sarà in vigore!
Invitiamo pertanto tutti i cittadini ad informarsi il più possibile, affinché le azioni di mera propaganda messe in atto non siano solo fumo negli occhi e una forma di distrazione.
L’obiettivo è fermare in tutti i modi il trattato e le nefaste conseguenze che ne deriverebbero.
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articolo curato dagli attivisti: Domenico Losappio e Thuy Vo
comunicato stampa inviato a media e giornali il 21/07/2017
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