Elettrica e a portata di famiglia, niente bollo, metà assicurazione e 100 km con 2 euro
Hai in famiglia la classica “auto da battaglia”? quella che serve tutti i giorni per fare la spesa, portare figli a scuola o in piscina, fare il pendolare casa-lavoro? Insomma quell’auto che fa i classici 40-50 km al giorno tutti i giorni?
Bene, quando il motore comincia ad avere i suoi anni perché non darle nuova vita? Magari anche evitando di pagare il bollo, con un’assicurazione RCA dimezzata e con la possibilità di percorrere 100 km con 2 euro?
Questa opportunità te la dà un intervento consistente nell’installazione di un kit di “Retrofit Elettrico” disciplinato dal recente decreto legge del 1 dicembre 2015 n. 219. Pur non esistendo ancora una filiera completa per la riconversione il decreto permetterà alle aziende di industrializzare le soluzioni e creare dei kit per convertire qualsiasi auto tradizionale (diesel, benzina, metano, gpl) in elettrica con soluzioni di batteria acquistata o a noleggio.
Ci sono quindi vari tipologie di kit, per tutte le auto, per tutte le prestazioni e per tutte le tasche, per trasformare la tua auto da normale ad elettrica; ma quello che interessa a noi è il kit “base” installabile sulla classica utilitaria da famiglia, perché è quello che realisticamente può avere maggiore applicazione e quindi maggiori ricadute positive su ambiente ed economia.
A chi potrebbe interessare? A chi ha già due auto, una più grande e una più piccola, e possiede un box o garage con la possibilità di una normale presa di corrente per la ricarica notturna. Potrebbe dedicare l’auto più grande ai percorsi medio-lunghi e “retrofittare” quella più piccola per i percorsi medio-brevi, con la consapevolezza che l’auto “retrofittata” potrà circolare sempre e ovunque … anche nelle giornate a traffico limitato.
Con un costo di 6.000 euro si ottiene un’auto elettrica che può contare su una percorrenza giornaliera di 70 km e che consente un risparmio in termini di carburante, bollo, assicurazione e manutenzione di più di 1.400 euro l’anno*
Questa lodevole iniziativa ha avuto i suoi sostenitori più convinti in Confartigianato Treviso e in Confartigianato Vicenza a cui va dato atto di aver saputo coniugare in un’unica iniziativa le necessità dell’ambiente e le opportunità per le piccole-medie imprese.
Segnali di cambiamento sulla mobilità elettrica privata stanno arrivando da più parti: in Germania vi sono startup pronte a trasformare ogni lampione in una colonnina di ricarica per auto elettriche; in Olanda si sta andando verso il divieto di vendita di auto a benzina e gasolio per il 2025; dagli USA si continua ad abbassare il livello di accesso economico delle berline di lusso elettriche.
Una piccola provocazione finale: l’auto “retrofitta elettrica” rappresenterebbero l’ormai unica, vera e autentica auto italiana in circolazione essendo il prodotto di trasformazione di aziende che hanno la sede legale in Italia; altre aziende automobilistiche hanno preferito spostare sede legale e parte della produzione all’estero per “dribblare” oneri fiscali e contributivi.
Su questo punto molto dovrebbero riflettere il Ministero e la Regione prevedendo magari qualche ulteriore finanziamento per questo tipo di installazione (1.000 euro sarebbero più che ragionevoli). Si sostengono le piccole aziende locali che pagano le tasse in Italia e danno lavoro in Italia.
* calcolato su percorrenza di 13.000 km anno confrontata con utilitaria a benzina di piccola cilindrata.
Penso che, prima di fare auto elettriche, sia INDISPENSABILE avere energia elettrica prodotta unicamente con rinnovabili, facendolo prima si avrebbe un indubbio beneficio e penso molti lo farebbero. Mi sembra comunque che questi KIT ancora non siano disponibili …..percio’ di che cosa stiamo parlando ????
Egregio Signor Toffoli,
la ringrazio per il commento che ci dà l’opportunità di affrontare nuovamente il tema della mobilità elettrica; si tratta di un tema in evoluzione in quanto sta migliorando la tecnologia a disposizione e sta maturando la consapevolezza dei consumatori sulle tematiche ambientali.
L’articolo a cui lei fa riferimento risale a quasi due anni fa ed andava a promuovere un’iniziativa di Confartigianato Vicenza e Treviso.
La proposta però non ha preso piede infatti sono pochissimi i meccanici che offrono questo tipo di servizio. Le officine non si sono attrezzate perché la richiesta da parte dei clienti di questo tipo di trasformazione era molto bassa.
È vero che qualche privato è riuscito a convertire in elettrica la propria auto ma si tratta di casi sporadici.
Ora a quasi due anni di distanza il mercato dell’auto elettrica ha subito una consistente accelerazione: più qualità, più autonomia, più modelli, prezzi in calo. Quindi è probabile che i più ecologisti stiano pensando più ad acquistare un’auto elettrica piuttosto che rigenerare quella a benzina.
Tenga presente che comunque un’auto elettrica a parità di potenza del motore e di fonte energetica primaria utilizzata comunque inquina meno.
Prendiamo ad esempio come fonte energetica il metano e paragoniamo i due casi: confrontiamo una Panda a metano e una Panda elettrica che si ricarica tramite una centrale elettrica a metano che si trova a 20 km di distanza.
Ora prendiamo atto che il motore a scoppio di un’auto a metano ha un rendimento del 25% circa mentre una centrale a metano di ultima generazione ha un rendimento del 60%.
L’energia elettrica per passare dalla centrale all’auto subisce una diminuzione del 10% nel trasporto attraverso la rete elettrica e un altro 10% al momento della ricarica della batteria dell’auto.
Quindi alla fine la nostra Panda elettrica che è destinataria finale di una produzione di energia di una centrale a metano avrebbe un rendimento del 40% circa anche tenendo conto che il motore elettrico ha un rendimento eccezionale.
Ricapitolando:
Panda a metano: rendimento 25%
Panda elettrica ricaricata da centrale a metano: rendimento 40%
Vi sarebbe comunque un 15% di inquinamento in meno … e inoltre questo avverrebbe lontano dai centri abitati e con un controllo sugli inquinanti più efficiente.
Per quanto riguarda la filosofia dell’auto elettrica concordo con lei. Se vogliamo inquinare di meno (soprattutto nella pianura padana) bisogna:
1. Partire con una politica riduzione dei consumi. Bisogna migliorare tutta la tecnologia esistente che consuma energia elettrica (macchinari industriali, illuminazione, riscaldamento, mobilità) in maniera da ottimizzarne l’utilizzo e diminuirne i consumi.
2. Ricorrere il più possibile alle Fonti eco sostenibili per produrre energia elettrica (fotovoltaico, eolico ….).
Le due operazioni devono essere portate avanti assieme perché sarà difficile coprire l’intero fabbisogno di energia elettrica con le fonti rinnovabili se non si utilizzano tecnologie che diminuiscono i consumi.
Proprio su questo punto un pericolo che noto invece nello sviluppo del mercato dell’auto elettrica è invece l’incremento delle prestazioni.
La filosofia alla base dell’auto elettrica dovrebbe essere quella di consumare meno energia possibile ed è quindi un contro senso creare auto elettriche con prestazioni da super car che superano i 200 Km/h e scattano da 0 a 100 km/ in 4 secondi perché a questo punto una Panda a metano inquinerebbe molto meno.
Comunque la ringrazio per il commento che mi ha dato lo spunto per nuove considerazioni sul tema.
Torneremo sull’argomento e se lei ha delle osservazioni o degli spunti la prego di comunicarmeli, ne farò oggetto di riflessione.
Cordiali saluti
Michele Schiavinato