Il rapporto della Direzione investigativa antimafia (Dia) relativo al secondo semestre del 2016, è stato reso noto nei giorni scorsi, rivelando come le mafie inquinino bonifiche e appalti.
Sappiamo bene che la mafia è largamente infiltrata nella nostra società, ha creato un importante mercato nei settori più disparati influenzando la politica e la società. L’ultimo rapporto della Dia ha fatto riferimento a una “vocazione imprenditoriale” delle cosche, che si è estesa in diversi settori, dal traffico internazionale di stupefacenti allo smaltimento dei rifiuti.
Lo smaltimento illegale di rifiuti industriali è il più ampio campo d’attività delle ecomafie e uno tra i business illegali più redditizio.
L’indagine della Direzione investigativa antimafia ha infatti messo in luce come le associazioni mafiose siano implicate nello smaltimento illecito di rifiuti speciali e ferrosi, con accuse di corruzione, falso, peculato, frode in pubbliche forniture, turbativa d’asta, reati fiscali. Al centro dell’inchiesta c’è stato l’appalto per la bonifica dell’ex sito minerario di sali potassici in provincia di Enna, a una ditta bergamasca, bonifica per la quale erano stati stanziati 8 milioni di euro ma che non è mai iniziata.
Secondo quanto emerso dalle indagini, il sito è stato invece sfruttato per acquisire ferro, per poi rivenderlo illegalmente. Un’interrogazione presentata alla Camera dal Movimento 5 stelle ha cercato di fare luce sulla faccenda, ma è rimasta ad oggi senza risposta.
Lo smaltimento illegale di rifiuti rappresenta un grave danno ecologico, poiché i rifiuti speciali, invece di essere smaltiti secondo le norme, cioè in regime di sicurezza ambientale e sanitaria, vengono nascosti contaminando in questo modo l’aria, le falde acquifere, inquinando i fiumi e le coltivazioni agricole, minacciano la salute dei cittadini e contaminando con sostanze cancerogene i prodotti alimentari che poi finiscono sulle nostre tavole.
Per contrastare questo racket, al quale si aggiungono imprenditori e politici, è necessario operare maggiori controlli sul territorio e azioni concrete.
tratto dal Blog di David Borrelli