Treviso come capoluogo di Provincia è accentratore dei più importanti istituti superiori che raccolgono un bacino di utenza scolastica di portate non indifferenti.
Tutto il polo interno mura a nord ovest (Canova, PioX, Besta, Duca degli Abruzzi) già conta di 6.000 presenze ed a queste possiamo considerare il transito di gran parte degli studenti che si posizionano a San Pelajo e viale Europa. Possiamo stimare oltre 10.000 presenze.
Ma che esigenze hanno questi giovani ragazzi? Quali sono i bisogni delle loro famiglie? Come il territorio risponde a queste esigenze?
Abbiamo studenti che raggiungono la sede scolastica da Comuni lontani affrontando tempi importanti per gli spostamenti, partenze anticipate da casa, rientri molto spesso a metà pomeriggio. Per questi studenti e per le loro famiglie, ma anche per quelli della cintura comunale di prossimità, diventa complesso semplicemente organizzare un pasto decente con cui soddisfare i ragazzi che tra l’altro hanno tutt’altro bisogno di non mangiare.
Nelle famiglie oramai il lavoro coinvolge entrambi i coniugi e quindi diventa complesso, articolato e dispendioso garantire ai propri figli presenza e molto spesso un pasto soddisfacente.
I giovani poi vanno incentivati alle attività sportive, molto spesso debbono conciliare tempi di studio con esigenze primarie e logistica.
E questo disincentiva pure le famiglie a ‘crescere’ (quindi calo demografico) proprio per la complessità del sistema e lo scorso supporto delle istituzioni.
La proposta è quella di organizzare dei punti di aggregazione per gli studenti in transito che possano trovare spazi a loro congeniali, un pasto sano e completo, luoghi per il confronto e lo studio: LUOGHI di AGGREGAZIONE.
Ad esempio l’area ex-GIL, già oggi una delle biblioteche di Treviso frequentate dagli studenti per attività di studio, potrebbe integrare una mensa che possa erogare pasti che garantiscano la filiera qualitativa (prodotti locali e origine garantita), con possibilità di prenotare gli stessi on-line giorno per giorno scegliendo le portate di interesse. Il tutto con prezzi calmierati a portata di tutti e delle famiglie che si vedono già il risultato dell’impatto dell’inflazione sulla spesa domestica.
Come anche al Museo Bailo c’è un’area attrezzata predisposta alla ristorazione, ma mai data in gestione, e lasciata all’uso dei soli fornitori di catering per gli eventi.
Spazi che permettano di offrire un pranzo conviviale, poi unito allo studio per poter rientrare con meno ansia alle proprie abitazioni, oppure spostandosi direttamente alle sedi di attività sportive oppure in altre attività all’interno degli istituti. Alleggerendo in questa maniera il peso della gestione dei ragazzi alle famiglie.
Su questo possono confluire diversi interlocutori a supporto per un’aggregazione trasversale’ tra cui:
- la Coldiretti (che ha spazi espositivi in piazza Giustiniani), come fornitore degli alimenti e promotore delle geniunità del territorio;
- chiedere la collaborazione degli importanti istituti alberghieri di Castelfranco che possono alternare gli studenti e docenti per la preparazione delle pietanze organizzando dei panel test sul modello dei più blasonati programmi televisivi;
- delle associazioni locali che a diverso titolo possono dare delle disponibilità in tema di presenza e gestione;
- nonché coinvolgere gli stessi studenti (attraverso gli istituti), nell’organizzazione degli spazi e gestione di eventuali attività a supporto quali sportelli di aiuto o attività ludiche come spazi per ‘fare musica assieme’, ma anche teatro, recitazione.
li tutto per riportare la città al ‘centro dell’attenzione’ e farla ‘vivere’.
La città deve essere il più importante Centro di aggregazione ed interesse, a partire dai giovani e dalle loro famiglie ponendo fine alle speculazioni cementizie e di interessi di una parte minore della popolazione.
Riportiamo il ‘Centro al Centro’.