Non posso fare altro che condividere ciò che ha scritto una nostra Europarlamentare Tiziana Beghin nel suo blog di cui riporto testuali parole:
Il Parlamento europeo ha palesato una volta di più la sua grettezza, sentenziando l’incredibile: i bambini possono essere schiavizzati!
L’esito di questa incredibile vicenda è susseguito alla votazione di un emendamento in merito all’accordo di libero scambio commerciale con Ucraina, Georgia e Moldavia, e che prevedeva il blocco dell’importazione dei beni prodotti con il lavoro minorile, o in virtù di altre violazioni dei diritti umani. Sembra assurdo, ma la maggioranza ha votato di no, senza una reale ragione, e senza vergogna: e tra loro vi sono anche molti italiani.
Sono disgustata da questo epilogo inaccettabile, ma non posso dirmi veramente stupita: del resto stiamo parlando della stessa Europa che sta affamando in Grecia 800 mila bambini… Peccato che esista una convenzione nata proprio per tutelare i diritti di tutti i bambini e quando dico tutti intendo tutti. Evidentemente quando si è pensato a questo tipo di convenzione, il pensiero è andato solo ai nostri figli che vivono una vita agiata. Il cui unico pensiero è domandarsi al mattino che T-shirt devono indossare per poter andare a scuola, accompagnati rigorosamente dai genitori nel pericolo che possano prendere freddo d’inverno o caldo d’estate.
Certo la scuola un diritto a parole per tutti, ma un privilegio per pochi. Visto che se un’assenza è controllata e monitorata attentamente in alcuni paesi dell’Unione Europea, la realtà di molte periferie dell’Italia ci forniscono un triste primato. Forse dato che, l’istruzione, questa grande ignota, non interessa, o forse non serve nella vita, qualcuno deve anche aver pensato che se dei bambini non frequentano la scuola perché il loro tempo lo impiegano per lavorare, beh non fosse stato tanto scorretto.
Esiste però un’altra realtà, un altro mondo, perché a questo punto non possiamo fare altro che domandarci in quale mondo siamo capitati. Fortunatamente siamo nati dalla parte giusta, quella che può permettersi di sciupare una colazione perché il giorno dopo ce ne sarà un’altra. Siamo diventati così attenti a ciò che interessa a noi stessi che, ciò che tutela gli altri, è di altri e per tanto ignoto. I bambini devono andare a scuola, perché lì si determina il loro futuro ed è responsabilità della società supportarli in questo processo di crescita.
Ma se poi una stessa Europa vota, ripeto vota, affinché dei prodotti arrivino tranquillamente nelle nostre vite, macchiate dal lavoro e dallo sfruttamento di minori, perché di questo stiamo parlando, nel momento in cui io accetto un mercato del genere, io sto affondando nella miseria dell’ignoranza, della diseducazione, un’intera generazione di futuri insegnanti, medici, operai specializzati, artigiani, etc..
A quale società sto aprendo le porte? Che valore sto trasmettendo ai miei figli, perché ricordiamocelo, i bambini non sono solo quelli nostri, quelli di cui ci preoccupiamo se hanno qualche linea di febbre ma se quello che sta accadendo nel mondo, se non è colpa diretta degli attuali stati è sicuramente responsabilità di un modello politico che non ha mai considerato i bambini se non per riempirsi la bocca.
La convenzione sui diritti dell’infanzia sui temi del lavoro è chiara e l’articolo 32 riporta che: Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo di essere protetto contro lo sfruttamento economico e di non essere costretto ad alcun lavoro che comporti rischi o sia suscettibile di porre a repentaglio la sua educazione o di nuocere alla sua salute o al suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale o sociale.
Gli Stati parti adottano misure legislative, amministrative, sociali ed educative per garantire l’applicazione del presente articolo. A tal fine, e in considerazione delle disposizioni pertinenti degli altri strumenti internazionali, gli Stati parti, in particolare:
1. stabiliscono un’età minima oppure età minime di ammissione all’impiego;
2. prevedono un’adeguata regolamentazione degli orari di lavoro e delle condizioni d’impiego;
3. prevedono pene o altre sanzioni appropriate per garantire l’attuazione effettiva del presente articolo;
Ma dopotutto non ci possiamo sorprendere ormai di nulla, stiamo assistendo da giorni in Italia alla diatriba sulla legge delle unioni civili, dove si aprono lecitamente un mondo di perplessità e discussioni umane ma che dovrebbero anche permettere la possibilità di una minima definizione, di chiarezza, in un mare di confusione che ogni giorno viviamo, ma l’importante è non saperlo, l’importante è come dicevo sopra, essere attenti solo a ciò che ci riguarda direttamente. La sofferenza è di altri e fino a quando non mi tocca direttamente non mi appartiene.
Ma qua si apre il problema della tutela dei bambini. Certo è giusto pensarci.
Ma scusate dove siete stati fino ad oggi quando migliaia di futuri genitori si svendevano casa per affrontare l’acquisto, a pardon l’adozione in uno stato straniero un bambino in un misero orfanotrofio. I viaggi, le permanenze all’estero, ne vogliamo parlare oppure no. Questa è o non è una mercificazione?
Anche su questo la convenzione sui diritti dell’infanzia è chiara in tema di adozioni, è semplice ed esaustiva, ma sembra che a nessuno interessi: Art.30 Gli Stati parti che ammettono e/o autorizzano l’adozione si accertano che l’interesse superiore del fanciullo sia la considerazione fondamentale in materia e, al punto 4 adottano ogni adeguata misura per vigilare affinché, in caso di adozione all’estero, il collocamento del fanciullo non diventi fonte di profitto materiale indebito per le persone che ne sono responsabili;
Il quadro dopotutto è sconsolante, il mondo mette per iscritto delle tutele ma non crea le strade per poterle mantenere. Basta andare sul sito dell’internazionale http://wearelumos.org dove in prima pagina si evidenzia come i bambini sono istituzionalizzati in minima percentuale perché orfani ma soprattutto perché provenienti da famiglie povere.
Esistono anche realtà italiane, come ad esempio l’Associazione di “Finalmente liberi” che lottano giornalmente per evidenziare questa situazione, di problematiche legate all’allontanamento dei minori e per tanto alla disgregazione di ciò che più importante, la relazione. Ma allora perché non supportare i genitori e lavorare sulle loro risorse, piuttosto che spezzare un legame?
Qual è il vero bisogno dei bambini, se non quello di essere e crescere felici? Ma dopotutto la salvaguardia dei diritti umani e la protezione dei minori valgono solo quando tornano comodo a qualcuno, per cui l’importante è essere nati dalla parte giusta, di tutto il resto che cosa ce ne importa.
Se la guerra esiste, se migliaia di bambini in questo preciso momento stanno morendo, basta chiudere gli occhi.
“Ora avrei la cura per i potenti del mondo, per gli uomini in giacca e cravatta intorno al tavolo della finta pace. Bisognerebbe posare il bambino blu su quel tavolo. Dovrebbero restare chiusi in quella stanza, senza potersi muovere. Restare. Vedere la morte che fa il suo lavoro metodico, che se lo mangia da dentro. Distribuire panini, sigarette, acqua minerale e lasciarli lì, mentre il bambino si svuota si decompone fino alle ossa. Per giorni. Per tutti i giorni che ci vogliono. Questo esattamente farei.” (citazione da “ Venuto al mondo” di M. Mazzantini edizioni Mondadori).
Gruppo sociale e cultura