Alimentazione, prevenzione a tavola
-serata informativa il 29 gennaio 2016-
ALIMENTAZIONE. L’ Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito la carne, specificatamente quella rossa e lavorata, nel gruppo 1 dei prodotti potenzialmente cancerogeni, (mentre quella non processata è stata collocata nel gruppo 2). Ed è scoppiato il caso. Come se la cosa non fosse stata già sotto gli occhi di tutti. Come se non fosse di per sè evidente che il consumo eccessivo di insaccati danneggia la delicata e precisa macchina che è il nostro organismo. Anche se dovremo aspettare di superare la metà di questo 2016 per avere dati ufficiali definitivi, che a quanto detto saranno pubblicati nuovamente nella rivista The Lancet Oncology, sappiamo che la ricerca che indaga la correlazione tra cancro e tipi di alimentazione dura da decenni. Anzi, da più di un secolo ! Ne parla Marcello Pamio in un articolo del 29 ottobre 2015, pubblicato nel sito www.disinformazione.it – Oltre La Verità Ufficiale.
In particolare mi ha colpito il seguente paragrafo :
“Il vero problema delle carni
Il risultato non cambia perché il problema non è il colore o l’origine della carne: il problema sono le proteine di origine animale! Punto.
TUTTE le proteine che derivano da animali creano nell’organismo umano, dopo i processi metabolici, tossine che possono generare patologie anche gravissime.
Mettere all’indice solo la carne rossa lasciando intendere che tutto il resto, carne bianca (pregna di ormoni e farmaci), pesce (carico di metalli tossici come il mercurio), uova e latticini (pregni di estrogeni e antibiotici) vanno assolutamente bene, è estremamente pericoloso e assai fuorviante.
Esattamente come dire: il fumo delle sigarette fa venire il cancro, ma il fumo dei sigari no, anzi fa bene alla salute.”
Il risultato non cambia perché il problema non è il colore o l’origine della carne: il problema sono le proteine di origine animale! Punto.
TUTTE le proteine che derivano da animali creano nell’organismo umano, dopo i processi metabolici, tossine che possono generare patologie anche gravissime.
Mettere all’indice solo la carne rossa lasciando intendere che tutto il resto, carne bianca (pregna di ormoni e farmaci), pesce (carico di metalli tossici come il mercurio), uova e latticini (pregni di estrogeni e antibiotici) vanno assolutamente bene, è estremamente pericoloso e assai fuorviante.
Esattamente come dire: il fumo delle sigarette fa venire il cancro, ma il fumo dei sigari no, anzi fa bene alla salute.”
Pamio fa presente che già nel 1907 ci si interrogava sull’alimentazione e sul rapporto tra cancro e carne : cita un articolo presente negli archivi del Chicago Tribune, che potrete leggere se vorrete anche in originale, nel quale si analizzano i risultati dell’indagine portata avanti dal dr. G. Cook Adams. Si rileva in particolare che :
“L’aumento della mortalità per cancro può essere dimostrato da uno studio delle statistiche vitali di qualsiasi grande città americana, le tabelle di Chicago dà i seguenti risultati:
In Chicago 1856-1866 c’è stato un aumento del tasso di mortalità per cancro del 680%, mentre il 1866-1905 l’incremento è stato del 232%.
Nel 1856, 1 per ogni 1000 decessi era dovuto al cancro, nel 1866 questo era salito a 1 ogni 164.
Nel 1905 era 1 ogni 23 morti mentre nel 1906 1 morto ogni 21.8 è deceduto a causa di questa malattia
Le stesse tabelle mostrano chiaramente la terribile mortalità tra i residenti immigrati di Chicago, in particolare tra i tedeschi, irlandesi, scandinavi e sloveni. Il tasso di mortalità per cancro tra i residenti tedeschi e irlandesi di Chicago è la più alta del mondo, essendo quasi 300% superiore a quello dei loro paesi d’origine. La tabella su Chicago dimostra che di 4 morti tra i tedeschi oltre i 40 anni di età, 1 è causata dal cancro. In Germania è 1 a 12.
Dei morti irlandesi a Chicago oltre 40 anni di età, 1 ogni 6 muore di cancro, mentre il tasso di morte per cancro in Irlanda alla stessa età, è di 1 a 15.
Allo stesso modo, gli scandinavi, Slavi e altri immigranti, tranne italiani e cinesi mostrano un tasso di mortalità per cancro di gran lunga maggiore in Chicago che nei propri paesi, gli ultimi due mantenendo la bassa mortalità della loro terra nativa. ”
In Chicago 1856-1866 c’è stato un aumento del tasso di mortalità per cancro del 680%, mentre il 1866-1905 l’incremento è stato del 232%.
Nel 1856, 1 per ogni 1000 decessi era dovuto al cancro, nel 1866 questo era salito a 1 ogni 164.
Nel 1905 era 1 ogni 23 morti mentre nel 1906 1 morto ogni 21.8 è deceduto a causa di questa malattia
Le stesse tabelle mostrano chiaramente la terribile mortalità tra i residenti immigrati di Chicago, in particolare tra i tedeschi, irlandesi, scandinavi e sloveni. Il tasso di mortalità per cancro tra i residenti tedeschi e irlandesi di Chicago è la più alta del mondo, essendo quasi 300% superiore a quello dei loro paesi d’origine. La tabella su Chicago dimostra che di 4 morti tra i tedeschi oltre i 40 anni di età, 1 è causata dal cancro. In Germania è 1 a 12.
Dei morti irlandesi a Chicago oltre 40 anni di età, 1 ogni 6 muore di cancro, mentre il tasso di morte per cancro in Irlanda alla stessa età, è di 1 a 15.
Allo stesso modo, gli scandinavi, Slavi e altri immigranti, tranne italiani e cinesi mostrano un tasso di mortalità per cancro di gran lunga maggiore in Chicago che nei propri paesi, gli ultimi due mantenendo la bassa mortalità della loro terra nativa. ”
e ancora :
“La ricerca è stata effettuata sul numero di decessi per cancro nelle quindici divisioni sanitarie della città di Chicago, così come nelle istituzioni pubbliche, ponendo particolare attenzione in relazione alla popolazione, natività, occupazione, sesso, età, razza, la dieta e l’ alimentazione, e le loro condizioni igieniche, sociali ed economiche e sanitarie, con l’idea di fare luce sul tasso di anomalia sull’elevata mortalità di alcune nazionalità residenti a Chicago, il basso tasso di mortalità di altri, e l’immunità comparativa dei nativi dell’Illinois e Chicago, rispetto alla maggiore mortalità di altri residenti americani nati a Chicago
Si è riscontrato che gli italiani che hanno mantenuto la loro alimentazione e dieta base composta da maccheroni e spaghetti (il loro piatto nazionale) e i cinesi che hanno mantenuto la loro dieta nazionale a base di riso, mostrano una minore mortalità rispetto alle nazioni che consumano grandi quantità di carni in scatola, carni conservate, carni secche e sott’aceto, salumi ecc., spesso vengono consumate crude.
Mentre questi alimenti a base di carne conservata vengono consumati in una certa misura nei loro paesi, i salari americani più elevati hanno permesso un loro uso maggiore, mentre il costo più alto della carne fresca è un incentivo al consumo.
E’ stato anche accertato che la maggior parte delle carni fresche preparate presso lo stabilimento di una società di macellazione, in cui vengono macellati gli animali e giudicati non idonei al consumo umano dagli ispettori governativi e di settore, vengono poi consumate dai poveri.
Circa l’87% del bestiame da macello dopo essere stato dichiarato non idoneo al consumo umano e dopo che le parti o gli organi vitali malati sono stati rimossi e finalmente viene autorizzata la vendita, entra sul mercato sia come carne fresca o sotto forma di prodotti alimentari a base di carne ed è ampiamente consumata dagli immigranti poveri.”
E’ indubbio che i dati riportati da Marcello Pamio siano molto interessanti ai fini di un’ ampia discussione – più che mai attuale – che entri nel merito di ciò che voglia dire “sana alimentazione”.
Per questo il MeetUp Treviso ha deciso di organizzare una serata informativa sul tema, e lo ha invitato a prendere parola, il 29 gennaio, al Centro TAMAI di Silea (via Roma, 81 – 31057 Silea TV).
Partecipando potrete porre le vostre domande, sviscerare dubbi, e proporre nuovi spunti di riflessione : vi aspettiamo numerosi !