Il consumo di suolo è un problema diffuso in tutta Italia, ma Treviso è la provincia che ha costruito di più in Veneto tra 2015 e 2016 e il 12% della sua superfice è coperto da cemento.
Per questo motivo la Regione ha deciso di adottare una linea dura al fine di trovare un equilibrio in un’ottica di recupero e di ripristino del suolo dove possibile. La legge è stata adottata nella prospettiva europea del consumo di suolo zero fissato per il 2050 e vedrà un’azione di rigenerazione, ripristino e demolizione delle zone inadeguate.
E’ stato sottolineato inoltre il ruolo di autonomia riservato agli enti locali, che nei prossimi sei mesi non potranno autorizzare più del 30% della capacità edificatoria stabilita dai Pat (Piano di Assetto del Territorio) o dei Prg (Piano Regolatore Generale Comunale).
La cementificazione che viene attuata per ampliare gli agglomerati urbani presenti nel nostro Paese è altissima, e questo rappresenta un danno ecologico oltre che economico. Dal punto di vista ecologico, bisogna considerare il fatto che per ogni tonnellata di cemento viene emessa 1 tonnellata di C02 in atmosfera, aggravando quindi il riscaldamento globale, i cambiamenti climatici e aumentando il rischio di fenomeni naturali quali terremoti, alluvioni e valanghe.
Dal punto di vista economico invece, il consumo di suolo costa ogni anno al Veneto oltre 137 milioni di euro all’anno: secondo il Rapporto Consumo di suolo 2016 dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), i costi della cementificazione sono di oltre 27 milioni di euro all’anno a Venezia e a Treviso addirittura 52 milioni.
E’ necessario correre ai ripari al più presto bloccando la cementificazione selvaggia e pensare a tutelare il nostro territorio con politiche adeguate e efficaci, prima che sia troppo tardi.
Articolo dal Blog di David Borrelli