Il Comune di Treviso ha deciso di sopprimere il collegamento wi-fi pubblico dalle piazze S. Vito e Borsa e dai giardini di Sant’Andrea.
Tale drastica decisione sarebbe motivata dal tentativo di evitare eccessive concentrazioni di migranti che sfruttano il wi-fi con i propri smartphone. Si tratta di un problema di decoro urbano? Di ripristino della sicurezza? Nell’uno o nell’altro caso, siamo sicuri che l’eliminazione di alcuni punti wi-fi possa davvero risolvere i problemi? A noi sembra piuttosto un ritorno ai tristi tempi gentiliniani, in cui si toglievano le panchine presumendo di eliminare le presenze di stranieri. Quegli stessi tempi che l’attuale giunta ha sempre criticato.
Forse sarebbe necessario che la giunta impiegasse un po’ di tempo ad individuare soluzioni più elaborate ma più efficaci. Spegnere il wi-fi è la via più semplice per dare l’impressione di aver fatto qualcosa: in realtà non solo non si è affrontato il problema, ma si è pure creato un danno a tutti quei cittadini che fruiscono del servizio. Forse sarebbe stato utile, prima di prendere una simile decisione, confrontarsi con i residenti delle aree colpite dal provvedimento per capire quale fosse la loro opinione. E ci sembra quasi ozioso ricordare che lo stesso assessore Anna Caterina Cabino, l’anno scorso, aveva affermato che togliere il wi-fi sarebbe «un assurdo anacronismo».
Comprendiamo che il primo dovere del sindaco è quello di garantire la sicurezza ai cittadini, ma è nostra opinione che, laddove davvero sussistono problemi di sicurezza, sia necessario intervenire con provvedimenti concreti. Per esempio, perché i giardini di Sant’Andrea, almeno nella bella stagione, non vengono sfruttati costantemente (non saltuariamente) per attività ludiche destinate ai bambini, che potrebbero diventare i veri padroni dell’area, togliendola a chi oggi la rende una zona degradata? Cercare di rendere vive in maniera continuata e non sporadicamente le aree più critiche del centro potrebbe essere un primo passo per evitare assembramenti che mettono a rischio la sicurezza.
Un aiuto potrebbe inoltre venire dall’installazione di un’apposita cartellonistica multilingue che inviti tutti a rispettare il pubblico decoro.
La nostra idea di città è inclusiva: non è possibile togliere servizi a tutti perché non si è in grado di affrontare alcune particolari situazioni problematiche.
Una delle 5 stelle che danno il nome al nostro MoVimento è la connettività: con un’amministrazione M5S si cercherà di estendere il wi-fi non solo ad alcune piazze ma a tutto il centro la copertura gratuita della rete! È necessario non togliere, ma aggiungere nuovi strumenti al servizio delle persone! Abbiamo sempre sostenuto che internet sia un diritto fondamentale, allo stesso livello dell’acqua e dell’elettricità. Limitarne la fruizione per problemi di “sicurezza” o di “decoro” è non solo anacronistico, ma anche perdente e, a ben vedere, forse anche razzista, in quanto la limitazione è legata al fatto che ne usufruiscono gli extracomunitari. Insomma, siamo di fronte, ancora una volta, alla prova dell’incapacità politica di questa amministrazione.
Aggiungiamo che è una grossa contraddizione, da parte di chi si riempie la bocca parlando addirittura di “Rinascimento” trevigiano, di Treviso come città a vocazione turistica, eliminare un servizio come il wi-fi gratuito che, ormai, molte città turistiche offrono.
Proprio attraverso la rete pubblica, al contrario, il Comune potrebbe offrire ai turisti servizi (info su eventi, monumenti, musei, negozi, ristoranti, ecc.) che oggi sono del tutto assenti.
articolo curato dagli attivisti: Olimpio Zanchetta e Domenico Losappio
comunicato stampa inviato a media e giornali il 03/09/2017
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