Il parco di Villa Manfrin ha bisogno di una visione umana e storica
«La nostra visione fondamentale della progettazione prevede un approccio rispettoso del passato del territorio, della sua storia ed evoluzione, e l’IMPEGNO a realizzare interventi inseriti ed armonizzati nell’ambiente circostante. Crediamo in un paesaggio sobrio, armonioso, bello da guardare, ma non incline al compiacimento estetico fine a se stesso. Immaginiamo per ciascun luogo il parco, il bosco, il giardino che potrebbero ESSERCI SEMPRE STATI….». Cit. Cv Dr. Paolo Pietrobon
Ecco, noi vorremmo partire proprio da questo.
Crediamo che questo pensiero illuminato e sensibile possa essere il vero punto di partenza per l’attuale progetto di intervento sul parco di villa Manfrin/Margherita.
Perché se questo pensiero è condivisibile al 100%, risulta decisamente difficile pensare che sia stato poi deciso che per realizzare un progetto si dovesse abbattere proprio quella storia che rappresenta ogni trevigiano.
Ogni bambino che è nato e vissuto a Treviso ha un ricordo preciso di questo parco.
Questa è la storia da dover preservare.
Una radice, un albero forse meno lineare, un sentiero non esteticamente perfetto, fa parte della nostra memoria storica. Da preservare e tutelare.
Ogni progetto dovrebbe tenere conto proprio di questa armonizzazione che la natura stessa ci regala, senza stravolgerla senza ucciderla.
Un albero che non c’è più, che viene tolto, non è solo il risultato di una scelta antieconomica ma rappresenta soprattutto una visione miope del nostro futuro.
Non vogliamo entrare nell’aspetto tecnico del progetto, ma nella scelta di non partire dalla natura esistente e da lì poi immaginare un luogo migliore per la nostra città; nello stravolgimento di ciò che di meraviglioso può regalarci la natura e a cui noi possiamo solo avvicinarci in punta di piedi per non disturbare.
Infine una semplice ma banale riflessione.
Quando ci troviamo di fronte ad una statua antica, a un monumento di centinaia di anni, a una Chiesa, a un’opera d’arte, a un dipinto, a nessuno verrebbe in mente di eliminarli.
Perché? Perché ad essi si dà un valore economco. Perché essi sono frutto dell’opera umana. Perché hanno un valore.
Per un albero secolare non dovremmo avere lo stesso rispetto? Non dovremmo trattarlo allo stesso modo?
Durante l’incontro svoltosi mercoledì scorso tra l’assessore Michielan, il dr. Pietrobon e un gruppo di cittadini sembra si sia aperto un dialogo, che speriamo renda davvero possibile l’incontro delle voci delle persone, dei trevigiani che tanto hanno a cuore questo parco.
Crediamo che lo spirito del karate, proprio dell’assessore Michielan, e le conoscenze tecniche dell’attuale regista dei lavori, possano rappresentare un’importante risorsa nell’ottica di un maggiore dialogo con i cittadini, che nulla vogliono se non preservare un angolo ancora bello della nostra città.
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