Difficilmente l’intervento metterà in sicurezza un’arteria pericolosissima, già teatro di molti incidenti
Con un ritardo di almeno 6 mesi sono iniziati i lavori di installazione del semaforo in Strada di Canizzano, parte di un annunciato piano del Comune di (presunta) messa in sicurezza del quartiere. Meglio tardi che mai si dirà. Già, ma molti sono gli aspetti discutibili dell’opera. Rinfreschiamoci la memoria ripercorrendo cosa è avvenuto negli ultimi mesi.
Nella notte fra il 21 e il 22 gennaio scorso avviene uno spettacolare incidente fra due auto all’altezza della pizzeria “Duomo” sul curvone fra il cimitero e il centro di Canizzano. Solo per un caso fortunato non ci scappa il morto. Si tratta tuttavia dell’ennesimo incidente su una via più simile a un autodromo che a una strada che attraversa un centro abitato. Il meetup di Treviso fa sentire la propria voce chiedendo l’immediata messa in sicurezza della strada, l’assessore Michielan assicura l’installazione di un semaforo da lì a un mese e di una serie di rallentatori entro la successiva primavera.
19 febbraio 2017: passato un mese senza che le promesse dell’assessore Michielan abbiano trovato riscontro nella realtà, il meetup trevigiano torna a farsi sentire pubblicamente chiedendo all’assessore di mettere in atto quanto annunciato. Da segnalare soltanto il ridicolo limite di velocità di 30 km/h imposto sul tratto della strada che attraversa Canizzano, che non rispetta nessuno, forse neppure le biciclette!
25 febbraio 2017: in considerazione dell’assordante silenzio della giunta e, in particolare, dell’assessore Michielan, il meetup di Treviso promuove un questionario fra residenti e commercianti del quartiere e una raccolta firme per chiedere l’immediata messa in sicurezza di Strada di Canizzano. Propone inoltre una soluzione, che viene presentata pubblicamente in occasione di un banchetto e poi a mezzo stampa.
8 marzo 2017: in una decina di giorni vengono raccolte 130 firme, che una delegazione del meetup di Treviso consegna, l’8 marzo, all’assessore Michielan. Viene pure illustrata all’assessore la nostra proposta di messa in sicurezza della strada, che viene tuttavia ritenuta non accettabile. Questa volta Michielan promette il semaforo entro due settimane e i dissuasori entro l’inizio dell’anno scolastico 2017/18. Accoglie inoltre favorevolmente la nostra proposta che riguarda la creazione di barriere a protezione dei punti più critici della strada e di innalzamenti del marciapiede nei punti in cui questo è al livello della strada.
23 marzo: l’assessore Michielan invia una lettera al primo firmatario della raccolta firme per la messa in sicurezza di Strada di Canizzano assicurando che il semaforo «verrà installato entro aprile», mentre «due piattaforme stradali rialzate ai margini del centro abitato» saranno realizzate «entro l’estate». Inutile dire che, pure questa volta, le promesse vengono disattese.
Arriviamo ad oggi. I lavori sono partiti, ma riguardano esclusivamente l’installazione del semaforo davanti alla scuola San Giovanni Bosco. Continuiamo a chiederci quale sia l’utilità di un simile intervento: il semaforo sarà a richiesta, dunque, ad esclusione degli orari di entrata e uscita dei bambini da scuola, sarà lampeggiante, consentendo alle auto di sfrecciare ad alta velocità! E cosa dire del pericolosissimo curvone in cui si è verificato l’incidente di gennaio? A quanto pare verrà lasciato così com’è: niente dissuasori, niente innalzamento dei marciapiedi, niente barriere a protezione dei pedoni, della fermata del bus, dei negozi.
Temiamo inoltre che il semaforo, quando sarà funzionante, provocherà, negli orari di punta, le stesse code che si formano sulla stessa arteria, a qualche chilometro di distanza, al semaforo di Sant’Angelo, davanti al campo da calcio, con conseguente aumento dello smog.
Non sarebbe stato economicamente più conveniente puntare su un nonno vigile in orario scolastico al posto del semaforo a questo punto?
Con l’istallazione di questo impianto semaforico si tenta di mettere in sicurezza solo un punto ben preciso del quartiere, ma non si tutelano gli abitanti e i negozi dislocati lungo tutta la via principale, in primis quelli prossimi alla chiesa e al “curvone maledetto”, i negozi e i residenti prossimi all’aeroporto, a via Marie, via Michieli, via Maurocordato, via Paludi, via Lattes, via Mulini, via Mure, via Berlese, via Giovanna d’Arco, che vedono impotenti sfrecciare le auto a tutta velocità.
L’installazione di un semaforo è priva di senso in una zona residenziale come quella di Canizzano costruita lungo il corso del fiume Sile. Come già abbiamo detto più volte, restringimento, rialzamento e allungamento della carreggiata nei punti più sensibili del quartiere creerebbero un punto di equilibrio fra auto che transitano a velocità adeguata e pedoni che camminano in tutta sicurezza: questa sarebbe stata un’operazione sicuramente meno costosa è più gradita dai cittadini.
articolo curato dagli attivisti: Giuliano Guidotto e Domenico Losappio
comunicato stampa inviato a media e giornali il 04/09/2017
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